Irene, dea della pace

Irene (o Eirene) era, nella mitologia greca, la dea della pace. Era figlia di Zeus e di Temi. Era una delle Ore, e le sue sorelle erano Eunomia (la dea dell'ordine, del diritto e della legislazione) e Dike (la dea della giustizia morale). Le Ore erano anche dee delle stagioni (primavera, estate e autunno - ricordiamoci che si tratta della Grecia) ed Irene era la dea associata alla primavera e a tutte le cose in fiore.

Era rappresentata con una cornucopia (corno dell'abbondanza), uno scettro e una torcia. In arte era raffigurata come una donna giovane e bella. In una delle statue più famose dell'antichità greca, la dea greca della pace Irene/Eirene tiene nel braccio sinistro il piccoo Pluto, il dio della ricchezza e dell'abbondanza. Questa statua è stata scolpita da Cephisodotus il Vecchio (padre di Prassitele) ed era situata nell'agorà di Atene, per celebrare la pace comune del 371 a.C. (cioè la pace fra tutte le parti coinvolte in una guerra, non solo la pace bilaterale stabilita tra due città). Questa statua doveva ricordare a tutti che la prosperità può essere raggiunta quando c'è la pace.

Nella commedia di Aristofane chiamata La pace, Trigeo, un cittadino di Atene, vola su uno scarabeo stercorario gigante verso la casa degli dèi, nel cielo, perché vuole riportare la pace sulla terra. Lì però trova solo Hermes, il quale gli dice che gli altri dèi, stanchi della guerra e delle preghiere dei mortali, erano appena andati via. L'unico a farla da padrone era Polemos (Guerra), il quale aveva imprigionato Eirene in una caverna ed aveva messo tutte le città greche in un mortaio gigante, ed ora gli mancava solo un pestello gigante per macinarli tutti.

Quando Polemos va a cercare un pestello adeguato, Trigeo chiama tutti i Greci a venire e liberare Eirene. Arrivano tutti, ma non riescono a collaborare per raggiungere il loro scopo. Gli unici che riescono ad andare d'accordo sono i contadini, perché sono coloro che apprezzano di più la pace.

Infina, Eirene / la Pace viene liberata, ma si rifiuta di parlare con i greci: è arrabbiata con loro perché l'avevano fatta soffrire. Lei sussurra all'orecchio di Hermes che molte volte aveva offerto delle tregue ai greci, ma nele assemblee tutti continuavano a parlare contro di lei e a favore guerra. Trigeo chiede scusa per tutti i suoi connazionali.

Quando torna sulla terra, Trigeo prepara un sacrificio per la dea Eirene, ma uno schiavo gli dice di non uccidere un agnello sull'altare della dea, perché lei odia vedere il sangue.

Il coro canta quanto è bello passare i pomeriggi d'inverno con gli amici, davanti al fuoco, a godersi la bella vita in tempo di pace, invece di dover fare le esercitazioni con il reggimento in tempo di guerra.

Ora, che Eirene è tornata in Grecia, le attività dei fabbricanti di falci e di vasi fioriranno, mentre coloro che fanno le armi per la guerra devono cambiare attività: Trigeo suggerisce che le lanci dovrebbero essere trasformate in pali per reggere la vite, le creste dei cascchi dovrebbero essere utilizzati come strofinacci e le corazze come vasi da notte!

La seguente è una bella statua di Irene, dea della pace, con Pluto, il dio della ricchezza, tra le sue braccia.

Irene dea della pace, con in braccio il piccolo Pluto, dio della ricchezza
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